giovedì 8 aprile 2021

Poesia della Mongolia: "Le Quattro Stagioni dell’Anno" - D. Natsagdorj (1935)


 D. Natsagdorj (1935)

"Le Quattro Stagioni dell’Anno"

 

LA PRIMAVERA

Sotto il cielo azzurro arrivano mille primavere

Nella bella Mongolia arriva una dopo l’altra,

Con l’inizio della primavera, il cuore delle genti si apre,

Con il germogliare delle erbe, le mandrie pascolano felici.

            Con l’avvicinarsi del sole, le nevi si sciolgono

            Il mondo si rinnova cambiando il colore,

            Con il germogliare degli alberi, i bambini gioiscono

            Un uomo anziano, ha sensazione di essere ringiovanito.

Le oche selvatiche arrivano e cominciano a cantare

Il pastore ascolta il canto della primavera,

Dalla montagna scorrono i ruscelli e torrenti

Gli agnellini e capretti belano attorno alla gher, e si aggiunge al canto della primavera.

            Il vento fresco e gentile riempie il sospiro

            Il passato risveglia i pensieri nascosti,

            I cuccioli delle mandrie riempiono il villaggio,

            Il bimbo appena nato, fa gioire i suoi genitori.


L’ESTATE  

All'inizio di un bel’estate

Nella meravigliosa monte di Khangai

Quando il cuculo comincia a cantare

Questo mondo quanto è bello.

            Miraggi della steppa verde spinge verso l’orizzonte,  

            I cavalli nitriscono e galoppano verso la terra nativa,

            I boccoli dei fiori abbelliscono il mondo,

            I giovani si commuovono e pensano gli uni agli altri.

Le meravigliose montagne e l’acque limpide come l’armonia perfetta dell’estate,

Con l’incominciare del Naadam - la festa della Mongolia

La voce dei bimbi riecheggiano nelle valle,

I cavalli vincenti del Naadam vengono ammirati da tutti.

            Nelle vaste pianure, le melodie delle feste continuano riecheggiare

            Nella steppa, cinque tipi di mandrie pascolano liberamente,

            L’odore dell'airag profumano dalla porta di ogni gher

            Così gioioso, e così felice di stare in estate.


L’ AUTUNNO

Il sole d’autunno splende su di me e su di te

Fa vibrare anche il cuore delle genti,

Le alci e i cervi pascolano sulle montagne

I bovini e gli yak si scontrano e i pastori si intrattengono.

            Le sottile nuvole bianche muovono nel cielo

            I giovani vanno a studiare in luoghi lontani,

            L’acqua trasparente dei fiumi  scorrano silenziosamente

            La luna sorride e racconta in nascosto le favole amorose.

Quando le gelate mattutine brillano al sole come le perle,

I cavalli legati all'albero fuori della gher, cominciano a tremare,

Quando il padrone di casa va presto al mattino a cacciare la volpe

La moglie e i figli preparano la cagliata e lo aspettano. 

            Quando soffia una leggera brezza tra l'erbe e gli alberi,

            I vecchi e giovani emozionano con i pensieri,

            Quando le foglie ingiallite dei alberi cadono una ad una

            La tristezza nel mio cuore viene di tanto in tanto.


  

L’INVERNO

Quando il vento freddo soffia penetrante

Le montagne del mondo dorato si coprono da una coltre di neve argentea,

Le stelle nel cielo d’inverno brillano come scintille chiare,

Nella steppa, si sente il canto di un viandante.

            La nebbia fitta avvolge le cime delle montagne,

            L'ampia conca della valle abbaglia lo sguardo,

            Quando gli mandrie tornano dal pascolo

            Il giovane pastore richiama la sua mandria con un fischiò.

Il freddo delle alture cosi gelide e gelide,

Ma gli occhi dei giovani mongoli brillano,

Sotto l’orso minore nel cielo, accanto ad un lume

I vecchi accendano il fuoco e scambiano le parole sagge.


Le quattro stagioni dell’anno: l’inverno, la primavera, l’estate, e l’autunno

Fanno l’amicizia con le montagne e con l’acqua, con il sole e con la luna,

Le persone salutano i vecchi e danno il benvenuto ai bimbi

Da migliaia di anni, la ruota della vita gira senza darci il tempo.


D. Natsagdorj (1935)


Tradotto dalla lingua mongola: Tulgaa Bayantuul

N.B: Le foto sono da Discover Mongolia

domenica 9 agosto 2020

MONUMENTO AL SIGILLO CHE RAPPRESENTA LO STATO DI MONGOLIA

Il monumento "Sigillo di Stato" è stato costruito nel giardino retro del Palazzo del Governo con la gigantesca tigre posta al di sopra a guardia del Sigillo, con incisioni sui quattro lati la raffigurazione dei vari timbri di stato delle varie epoche della storia della MONGOLIA. Un’ incisione da un lato che rappresenta l’Impero Mongolo, un lato è inciso il timbro del Regno di Bogd Khaan, da un’altro lato è inciso il timbro che rappresenta la Repubblica Popolare della Mongolia costituita nel 1924 e il timbro della Mongolia approvata con la costituzione del 1992.

E  sul fondo di granito sono stati incise le (168) raffigurazioni dei timbri delle varie Tribù all'insegna del totale rispetto e sacralità.



Foto di Mr. Tulgaa.   Grazie Papà! 


domenica 15 settembre 2019

Altan Ovoo, Shiliin Bogd e Tooroi Bandi - Dariganga, Mongolia

Altan Ovoo* è uno dei vulcani spento da tempo e si trova vicino al centro di Dariganga Sum, Sukhbaatar Aimag (provincia di Sukhbaatar) e si trova al livello dal mare a 1354m. Questo posto è conosciuto anche come "Dari-Ovoo" e "Altan Dari Ovoo".

*Ovoo - sono i santuari, a forma di piramide formati da pietre, al centro un palo in legno fasciato dalle sciarpe blu, bianche e gialle (khadag), secondo le credenze, rappresentano i spiriti della natura.  

Altan Ovoo*

A 60 km a sud est di Dariganga sum, Sukhbaatar aimag, a 1778 metri dal livello dal mare, ci sono circa 200 vulcani spenti su questo altopiano di Dariganga, il più alto è il monte Shiliin Bogd. Il nome Bogd Uul fu successivamente aggiunto da influenze buddiste e fin dall'antichità, i mongoli lo chiamavano "Shiveet Shil" o "Agshuun" e lo adoravano come una monte sacra della steppa.  Questa montagna è la principale dal culto della gente del posto che abita nella parte meridionale di Sukhbaatar Aimag. 

E si dice che lo spirito di un uomo si rinasce, quando sale sul monte nel momento del sorgere il sole.

Monte Shiliin Bogd (foto da mn.wikipedia.org)


"Tooroi Bandi"

Tooroi Bandi (il "Robinhood della Mongolia") è una figura storica del XIX secolo, della provincia di Sukhbaatar, un brigante bandito che prese di mira i carri delle tasse governative e i governanti imperialisti della Manciuria. Era famoso per la ridistribuzione della ricchezza, rubando i cavalli e bestiame da fonti più ricche e dandoli a coloro che avevano meno. La sua reputazione lo ha reso così popolare che la gente del posto lo ha aiutato a fuggire dalla prigione ben due volte!
Alcuni mongoli si recano in pellegrinaggio nella città natale di Tooroi Bandi e rendono omaggio all'area in cui si nascondeva, intorno ad Altan Ovoo e alla montagna di Shiliin Bogd.

Tooroi Bandi o Nanzad, nacque nel 1834 in un luogo chiamato "Budariin Chuluu". Nanzad era un uomo di etnia "Tsahar" e negli anni '60 dell'Ottocento era un uomo ben noto non solo nelle otto contee, ma anche in tutto il Khalkha* (Khalkha* - Popolazione che rappresenta la maggior parte degli abitanti della Mongolia). 

Non c'e niente di scritto su di lui, ma ci sono molte vecchie leggende. 
Fin dalla età adolescente, è cresciuto in povertà con sua madre, e quando ha raggiunto età matura, ha guadagnato il rispetto e l'amore della gente della regione, condividendo il bottino di guerra contro ricchi principi e commercianti stranieri. Era anche un cantante di talento. Nanzad, nella vecchiaia viveva a "Budariin Chuluu", "Tavan Tolgoi" e "Shart Khad" e morì nel 1904. 

A 6 km a nord est del Lago Ganga, è stata eretta una statua di Tooroi Bandi su una delle piccole colline di "Tsagaan Ovoo". La statua raffigura Tooroi Bandi seduto con le mani sulle ginocchia tenendo con la mano sinistra una tazza, nel monumento ci sono anche un cappello, una pistola e una borsa accanto.
    

Statua di Tooroi Bandi, presso "Tsagaan Ovoo"*
 


*Le foto sono scattate da mio padre durante il viaggio a Sukhbaatar aimag, Mongolia. 
Grazie Papà. 



giovedì 6 settembre 2018

Poesia della Mongolia: Ch. Chimid “Sono nativo della Mongolia”

Ch. Chimid  

“Sono nativo della Mongolia” (1945)


Sono nato in una gher di mio padre pastore della steppa

Il fumo del focolare che esce dal camino profuma nell'area

La steppa è la mia terra fertile 

Penso che questa sia la mia culla.


Mentre guardo l'orizzonte con orgoglio

E la vasta steppa del mio paese come una nebbia azzurra,

Il vento della mia terra soffia come accarezzarmi,

Nel pensare, come fosse la mano di mia madre sfiorarmi, mi commuovo e

Le lacrime di gioia riempiono i miei occhi. 


Tradotto dalla lingua mongola: Tulgaa Bayantuul

lunedì 18 dicembre 2017

The Eagle Huntress Story by Asher Svidensky's Photography



La storia di una giovanissima addestratrice di Aquila della Mongolia - Le foto che hanno resa Aisholpan la celebrità mondiale.

Check out the story of Aisholpan - a very young eagle huntress of Mongolia.

http://www.svidensky.com/projects/the-eagle-huntress

domenica 19 marzo 2017

Bogd Khaan's Gher

Bogd Gegeen's Gher

Foto: dal Libro “Mongolian Fine Arts and Crafts”,1986-88 UB Mongolia 

Bogd Gegeen's Gher covered with 150 pcs of snow leopard

Bogd Gegeen's Gher - Toono 


 Throne of the King and the Queen