venerdì 29 giugno 2012

ABITUDINE DELLA MONGOLIA - MONGOLIAN CUSTOMS


Non sedersi oltre il focolare della gher e toono (lucernaio), a meno che non ti viene chiesto di farlo. E’ una questione di rispetto.
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Non scendere da cavallo, ad est della gher. Lato orientale appartiene alla ospitante, invece il lato ovest è per l’ospite.
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Se fai un regalo a qualcuno, non devi dare un numero di regali dispari. I doni con numero pari è considerato che porta prosperità.

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Mai accorciare l'espressione di saluto. Dire parole intere, come "Sain baina uu",  "Amar sain baina uu".  

mercoledì 13 giugno 2012

UNA FAVOLA - STORIA RACCONTATA SULLA NASCITA DELLA GHER




RACCONTO – FAVOLA  “LA GHER”

I nostri antenati mongoli costruirono le loro dimore di steppa, ispirandosi alle colline e alle rocce circostanti, al cielo, al sole e ai prati.

C'era una volta, tutte le persone e gli animali vivevano pacificamente in una grande casa chiamata la “terra”, che avevano un tetto blu “cielo”, un pavimento verde “prato”, ma senza nessuna corda che li legava. Ma per quale ragione non si sa, che le creature della terra incominciarono a litigare tra di loro. Gli animali cominciarono a combattere tra di loro, e quelli che avevano il potere hanno iniziato a catturare e mangiare quelli che non avevano potere e la forza per difendersi. Quindi, tutti gli animali dovevano andare, ognuno seguendo la propria strada. Qualcuno ha fatto un buco per intrufolarsi giù nel buio per proteggersi. Altri hanno fatto le loro abitazioni dentro l'acqua, altri ancora sulle cime degli alberi…  Ma gli esseri umani sono benedetti dall'intelletto, grazie al quale possono fare tutto ciò che sognano…

In quel tempo, c'era un uomo molto anziano che non possedeva nulla, proprio nulla, tranne che il suo intelletto. Un giorno disse ai suoi sette figli: "si potrebbe costruire una piccola dimora, per contenerci tutti, abbiamo la terra". I figli hanno pensato a lungo, ma non riuscivano a capire quello che il padre voleva dire. Quindi il vecchio ha costruito un muro reticolare con dei rami d’albero di salice, prendendo come modello le montagne che lo circondavano. Ha progettato, una porta d’entrata che potrebbe essere chiusa durante una tormenta di neve d’inverno e aperta quando fosse bel tempo, ispirando dai ruderi rocciosi che si affacciavano al sud. Ha fatto una buca rotonda (come una ruota di carro) al centro dell’abitazione, pensando al sole nel cielo. Ha costruito le travi di sostegno, pensando ai raggi dorati del sole, che illumina tutti i lati dell’abitazione. E Il rivestimento per le pareti con pelli d’animali, immaginando la nebbia che si levava dietro le montagne, e il manto di copertura immaginando dalle dense nubi che coprono il cielo. Ha fatto le corde dalle pelli di animali per bloccare le travi con il muro, pensando alle tempeste di vento che possono arrivare da dietro le montagne.

Il vecchio e i suoi figli alzarono le pareti, costruì la porta, posizionò la buca rotonda attaccati ai pali del sostegno con un camino al centro, per far uscire il fumo quando si cucinavano sul focolare, e appesero il rivestimento murale ricavato dal pellame e poi fatto le stringhe ricavate dai pelle di animali per bloccare le travi. E cosi, hanno costruito una GHER tutta bianca e di forma sempre rotonda come volessero avvolgere tutto attorno a se, e che per loro rappresentava l’infinito, era come un globo.

I figli del vecchio, erano suggestionati dalla mente del vecchio padre, che aveva fatto la sua dimora cosi particolare e che la luce del sole entrava dal buco posto al centro del tetto, i raggi potevano illuminare l’interno. Con la sua particolare forma rotonda, il forte vento d’inverno non soffiava via. E anche dopo la fine dell’inverno che potrebbero essere spostata al momento del bisogno per trovare nuovi pascoli, per i loro animali, ricostruirla quando avevano bisogno di rimanere fermi per lunghi periodi. Essi si stabilirono contenti di vivere nella loro gher. Ma la storia non finisce qui. Il padre ha vissuto i suoi giorni felici, ma un giorno ammalato a letto e raccolto i suoi figli attorno a lui disse: "C'è un giorno per finire così, come un giorno per nascere", "E arrivato il momento di tornare alla gher rocciosa, dalla mia gher di legno". "Questa Gher vi proteggerà e vi insegnerà come vivere nel futuro", disse ai suoi figli. Ma si dovrebbe stringere sempre bene le corde di pelle che legano i muri con il tetto, non dimenticatelo mai, e con questo, morì.

I figli sono stati presi, ancora una volta non riuscendo a capire il significato delle parole del padre che raccomandò, prima di morire. Non tenendo conto delle parole del padre che tanto raccomandato ai figli, al momento di rimontare la gher si accorsero. Un giorno, un forte vento soffiava e la loro gher traballava, allora in quel istante ritornava in mente le parole dette dal padre prima di morire, che le corde di pelle andavano strette bene.  Ognuno di loro aveva detto all’altro di aver stretto bene e di aver rafforzato, ma in realtà nessuno l’aveva fatto. E la gher cadde.

"E 'colpa tua" disse ogni fratello all'altro. Alla fine, non potendo mettersi d’accordo e di aver preso alla leggera le parole del padre vecchio, e non potendo riconciliarsi, decisero di andare ognuno per la propria strada. Ognuno andando nella direzione dove i suoi occhi guardavano, portando con se ogni parte della gher che si erano divisi, le sue pareti posteriori o pali, porta, camino, copertura del tetto o del rivestimento, e ciò che il loro padre li aveva lasciato come una proprietà. Il figlio più piccolo prese solo le corde di pelle… 

Il figlio maggiore ha raggiunto una posizione soleggiata, impostò la sua porta e si stabilì a vivere in pace. Ma fu presto bruciata dal sole forte. Mentre il secondo figlio si stava difendendo con le sue mura e si preparava a dormire, un temporale feroce lo colpì, ma lui è stato fortunato a non essere colpito dal fulmine. Quando il figlio successivo al riparo sotto il suo rivestimento murale, un fiume dalla montagna ha spazzato via il suo rifugio. Mentre il figlio successivo è stato appoggiato sul suo manto di copertura, una tromba d'aria ha spazzato via la sua casa. Il figlio che ha fatto la sua casa con il solo camino stato fortunato a non essere mangiato dai lupi selvatici. E il figlio che ha preso i pali di sostegno, quasi congelò fino alla morte durante una bufera di vento e gelo.

E il figlio più piccolo aveva il problema più di tutti, perché tutto quello che aveva preso era solamente le cordame di pelle. Ma un giorno non lontano fu avvicinato da uno dei suoi fratelli, che portava sulla schiena i muri. Presto, uno dopo l'altro, altri fratelli arrivavano, portando sulle spalle quello che avevano preso nel dividersi, uno portò la  porta, uno portò la corona con la buca  del camino, un altro portò i pali, un’altro le  coperture. E cosi, finalmente, i fratelli hanno ricostruito la loro gher, ricordando le parole dette del suo vecchio padre prima di morire, stringendo bene le corde di pelle.  I sette fratelli avevano finalmente ritrovato l’armonia e la voglia di stare assieme che poi ritornarono ad addomesticare ed allevare gli animali che la natura metteva a disposizione. 

E da allora, da generazione a generazione, la gher è stato un simbolo di armonia e di pace.

E i figli vissero felici e contenti.




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Nota: Foto dal Libro “Mongolian Fine Arts and Crafts”,1986-88 UB Mongolia

giovedì 7 giugno 2012

IL FESTIVAL DI NAADAM

Il Festival Naadam, originario da molti secoli fa, è venne celebrata ogni estate, e nata come una prova di coraggio, e di forza, audacia, prove di equitazione, tiro con arco, tutto il necessario per un popolo di nomadi e guerrieri. Dal 1921 è stato celebrato in Mongolia nel mese di luglio di ogni anno "Eriin Gurvan Naadam" - i tre giochi virili di lotta, corse di cavalli e tiro con l'arco, si costituiscono le attività principali del Festival Naadam. La più grande celebrazione che si svolge in Ulaanbaatar l'11 al 12 luglio.

Quest'anno sarà celebrata il 91 ° anniversario della rivoluzione mongola dal 1921, 806° anniversario della fondazione dell'impero mongolo, 2221° l'anniversario dell’impero degli Unni. E ogni anno migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo solo per vedere questa antichissima celebrazione del Festival di Naadam.



La Lotta Libera Mongola. Centinaia di lottatori provenienti da diverse città e province del paese partecipano al Competizione Nazionale "Wrestling Day". Il concorso si svolge in molti “round” diversi, la sua durata e il numero di “round” dipende dal numero dei partecipanti, che possono arrivare a oltre 1000 lottatori. Mentre i perdenti cadano fuori dalla “round”, e  i vincitori possono guadagnare alcuni titoli diversi, a seconda del numero di Vittorie che vincono. Il vincitore del 5 ° round riceve il titolo di Nachin (Falco), i vincitori delle gare 7a e 8a ricevono un titolo onorario di Zaan (Elefante), i vincitori delle gare del 10 ° e 11 ricevono un titolo di Arslan (Leone) ed il lottatore che diventa il campione assoluto due volte, verrà incoronata il titolo di Darkhan Avarga (Titano).
LOTTATORE VINCENTE IMITA VOLO D'AQUILA. Foto di: Mr Tulgaa

La tecnica usata in lotta libera mongola includono una varietà di prese, proiezioni e altri movimenti. La lotta termina quando uno dei concorrenti tocca il terreno con il ginocchio o gomito. Lotta tradizionale mongolo è un rito proprio. I lottatori prima o dopo la gara si eseguono una danza simile a quello del volo d’ aquila, il simbolo del potere e l'invincibilità.

Corsa di Cavalli: Per le competizioni al Festival (Naadam), i pastori mongoli portano  i loro migliori cavalli da tutti gli angoli della Mongolia. A seconda dell'età dei cavalli, la corsa dei cavalli varia con la distanza da 15-30 km. Prima di posizionarsi sulla  linea di partenza, i ragazzi e ragazze, dai 4-12 anni cantano un Giingoo, per allietare i cavalieri e cavalli. I cavalli vincenti chiamati "AIRAGIIN TAV", che vuol dire "I migliori cinque". Ogni visitatore piace  toccare con la mano il sudore della parte anteriore del cavallo (la testa del cavallo) vincitore, dicono che porta  fortuna.

IL CAVALLO VINCENTE  RITORNA AL INTERNO DEL STADIO
PER ESSERE PREMIATO E FESTEGGIATO. Foto di: Mr Tulgaa
Foto di Bobo

Tiro con l'arco: E’un sport molto affascinante, gli arcieri tirano su un bersaglio da una distanza da 60 a 100 mt. La tradizione dice, dal tempo di Gengis Khan, il tiro con l'arco è stato utilizzato per uso civile e militare come un strumento difensivo, al giorno d’oggi è  comunemente usato per  sport e l'intrattenimento.  Da alcuni script del 1226, ... "Ghinggis Khaan tenendo un'assemblea di dignitari della Mongolia, dopo la sua conquista del Turkestan orientale, il Mergen Esukhei si narra che abbia colpito un bersaglio distante a 335ald (502m).

Durante la gara, I giudici stanno ai due lati del bersaglio, per contare il numero di frecce che colpiscono il centro del bersaglio. Il vincitore assoluto lo intitola “MERGEN KHARVAACH”, che significa il “TIRATORE SCELTO”.


CERIMONIA DI APERTURA DEL NAADAM. Foto di: Mr Tulgaa

CERIMONIA DI APERTURA DEL NAADAM. Foto di: Mr Tulgaa

CERIMONIA DI APERTURA DEL NAADAM. Foto di: Mr Tulgaa

A seguito del Naadam Festival della Capitale della Mongolia dal 11-12 Luglio,  i diversi Naadam che  si svolge nel territorio mongolo, include anche la Festa Dell’Airag (Airag bevanda tradizionale con latte di cavalla fermentato).
Mr. Ser-Od e la sua famiglia per la preparazione di Naadam. Foto di G. Munkhtsetseg

Mr. Ser-Od e la sua famiglia per la preparazione di Naadam. Foto di G. Munkhtsetseg

S. Gantulga per la preparazione di Naadam. Foto di G. Munkhtsetseg



Consiglio del publisher: Per assistere al Naadam Festival, conviene prenotare i biglietti con largo anticipo!